giovedì 22 novembre 2007

Sistema circolatorio, sistema respiratorio, tessuto epiteliale, tessuto connettivo

IL SISTEMA CIRCOLATORIO

Funzioni:
- trasporto dell'ossigeno e del diossido di carbonio
- distribuzione dei prodotti della digestione
- trasporto di rifiuti e prodotti tossici
- distribuzione degli ormoni
- regolazione della temperatura corporea
- controllo delle perdite di sangue
- difesa contro batteri e virus

Il cuore:
E' diviso in due pompe, a loro volta divise in un atrio e un ventricolo.
La pompa destra serve per la circolazione polmonare: il sangue povero di ossigeno arriva all'atrio destro, si riversa nel ventricolo destro, la cui contrazione lo spinge nelle arterie polmonari.
La pompa sinistra serve per la circolazione sistematica.
L'alternanza della contrazione e del rilassamento delle cavità cardiache costituisce il ciclo cardiaco. La fase di contrazione ventricolare e atriale è detta sistole.
Il rilassamento di tutte le camere è chiamato diastole.
Perchè il sangue si muova solo nella direzione corretta il sistema circolatorio è dotato di valvole unidirezionali:
- valvola tricuspide, tra atrio e ventricolo destri
- valvola bicuspide, tra atrio e ventricolo sinistri
- due valvole semilunari tra il cuore e l'aorta e tra il cuore e l'arteria polmonare
La contrazione del cuore è avviata e coordinata dal nodo senoatriale (nodo SA), situato nella parete dell'atrio destro: regola il ritmo autonomamente rispetto al sistema nervoso. Il nodo atrioventricolare (nodo AV) rallenta l'impulso dato dal nodo SA permettendo agli atri di completare il passaggio del sangue prima che i ventricoli si contraggano. Se il ritmo non è regolato, si ha la fibrillazione.
La frequenza cardiaca è anche influenzata dal sistema nervoso e dagli ormoni.

Il sangue:
E' un tessuto fluido formato da plasma e cellule specializzate. Il plasma è composta da acqua in cui sono disciolte proteine, sali, sostanze nutritive e di rifiuto. Le principali proteine sono le albumine (funzione osmotica), le globuline (trasporto grassi e processi immunitari) e il fibrinogeno (coagulazione).
I globuli rossi (o eritrociti) sono a forma biconcava, che garantisce una superficie maggiore rispetto alla forma sferica e trasportano l'ossigeno. Il colore rosso è dato dall'emoglobina, che raccoglie l'ossigeno e lo cede ai tessuti del corpo che ne hanno bisogno. Una parte dell'emoglobina si lega poi al diossido di carbonio e lo porta ai polmoni. I globuli rossi sono prodotti dal midollo rosso delle ossa: durante la loro formazione, perdono il nucleo, e non si possono quindi riprodurre. I globuli rossi morti vengono smaltiti dal fegato e dalla milza che ne recuperano il ferro. La produzione di globuli rossi è sollecitata da un ormone chiamato eritropoietina.
Il gruppo sanguigno è dato da una glicoproteina che può essere di tipo A o B. Nel plasma di ogni individuo sono invece presenti anticorpi atti ad individuare glicoproteine di tipo diverso rispetto a quelle contenute nel proprio sangue. In caso di trasfusione di sangue con diversa glicoproteina, gli anticorpi entrano in azione causando l'agglutinazione (agglomerazione) dei globuli rossi trasfusi e determinando l'ostruzione dei vasi sanguigni. Un altro tipo di proteina contenuta nei globuli rossi è il fattore Rh.
I globuli bianchi, (o leucociti) sono provvisti di nucleo e vengono prodotti dal midollo osseo. Hanno una funzione difensiva e si dividono in diversi tipi. I monociti e i neutrofili si spostano tramite i capillari nel luogo in cui si trova una batterio. I monociti danno quindi origine ad una cellula ameboide detta macrofago che, assieme ai neutrofili, ingloba il batterio per fagocitosi. In questo modo, i globuli bianchi muoiono e si accumulano, formando una sostanza biancastra detta pus. I basofili e gli eosinofili producono composti anticoagulanti e intervengono nelle reazioni infiammatorie.
Le piastrine, prive di nucleo, sono frammenti di megacarioti (grosse cellule presenti nel midollo osseo) e sono essenziali per la coagulazione. Quando arrivano in contatto con una superficie irregolare vi aderiscono e si accumulano, otturando la lacerazione, se è piccola. Se la lesione è più grande, interviene un enzima chiamato trombina, che produce molecole di fibrina, che si intreccia dando origine ad una ragnatela che immobilizza la porzione fluida del sangue.
I vasi sanguigni sono, dall'uscita del cuore, arterie, arteriole, capillari, venule, vene.
Le arterie, alla contrazione dei ventricoli, si dilatano; il sangue passa poi alle arteriole, che a loro volta si diramano in capillari, collegati alle arteriole atraverso anelli di tessuto muscolare detti sfinteri precapillari. I capillari hanno lo spessore di una cellula; la pressione al loro interno causa una fuoriuscita di liquido dal plasma: questo liquido prende il nome di liquido interstiziale, e si trova intorno ai capillari: bagnando tutte le cellule, il liquido permette lo scambio di materiale tra il sangue dei capillari e le cellule circostanti. Il flusso del sangue nelle vene è facilitato dalla contrazione dei muscoli scheletrici e indirizzato da valvole unidirezionali.

TESSUTO EPITELIALE

Riveste il corpo e le sue cavità e forma le ghiandole. Ha funzione di barriera selettiva ed è composto da cellule, disposte in uno o più strati, che aderiscono tra loro saldamente tramite giunzioni e si rinnovano continuamente.
Alcuni tessuti epiteliali si introflettono durante lo sviluppo dell'organismo, formando ghiandole endocrine ed esocrine.
Le ghiandole esocrine rimangono in contatto con l'epitelio tramite un piccolo canale chiamato dotto escretore (ghiandole sudoripare, salivari, sebacee...).
Le ghiandole endocrine si distaccano dall'epitelio; il loro prodotto principale è costituito dagli ormoni.

TESSUTO CONNETTIVO

Costituisce: derma, tendini, legamenti, cartilagini, ossa, sangue, linfa.
Le cellule sono circondate da una grande quantità di sostanze extracellulari secrete dalle cellule medesime. Tutti i tessuti connettivi, sangue escluso, sono intessuti di filamenti fibrosi composti da collagene. Il tessuto connettivo fa da supporto al tessuto epiteliale e contiene i capillari e la linfa che nutrono l'epitelio.
La cartilagine è composta da cellule molto distanziate tra loro immerse nel collagene.
L'osso è una cartilagine irrobustita da depositi di fosfato e carbonato di calcio. Le cellule ossee (osteociti) vengono circondate da strati concentrici di collagene che delimitano un canale centrale attraversato da vasi sanguigni: ciascun insieme di strati concentrici con il proprio canale è detto osteone.
La linfa è un fluido necessario al trasporto al sangue di particelle di grasso provenienti dall'intestino tenue.

SISTEMA RESPIRATORIO

Naso o bocca ---> faringe ---> epiglottide ---> laringe ---> trachea ---> due bronchi ---> molti bronchioli ---> moltissimi alveoli

Tra la faringe e la laringe si trova l'epiglottide, un lembo di tessuto cartilagineo che regola il passaggio dell'aria.
All'interno della laringe si trovano le corde vocali, lamine di tessuto elastico che vibrano al passaggio dell'aria.
La parete della trachea è rinforzata da anelli cartilaginei incompleti.
Durante il percorso l'aria viene riscaldata e inumidita, e si libera dalle particelle di polvere e dai batteri, che rimangono intrappolati nel muco secreto dalle cellule che rivestono l'epitelio dei bronchioli, dei bronchi e della trachea. Il muco è sospinto verso l'alto da cellule provviste di ciglia con un battito sincronizzato.
Gli alveoli sono avvolti da un fittissimo intreccio di capillari.
Esternamente ai polmoni si trova la cavità toracica, che ha il compito di proteggerli, al di sotto della quale si torva il diaframma, un muscolo a forma di cupola. Il torace e i polmoni sono rivestiti da un doppio strato membranoso, chiamato pleura.
Con l'ispirazione, il diaframma si contrae e si appiattisce, e i muscoli intercostali sollevano le costole: insieme alla cavità toracica si espandono anche i polmoni, che aderiscono alla parete interna del torace per mezzo delle pleure. Completata l'espirazione, nei polmoni rimane una quantità d'aria sufficiente a impedire che gli alveoli si affloscino.
Il ritmo di respirazione è automatico, ma i muscoli sono volontari e la loro contrazione è stimolata da impulsi generati dal centro respiratorio che si trova nel midollo allungato. Sono inoltre presenti recettori nelle pareti dell'aorta e nelle carotidi che segnalano al centro respiratorio un abbassamento del livello di ossigeno.

giovedì 8 novembre 2007

Da Agostino a Tommaso

LA FILOSOFIA MEDIEVALE

Si divide in due scuole:
Patristica (I secolo - V secolo): la ragione è vista dalla fede.
Scolastica (V secolo - XIV secolo): i contenuti della ragione vanno esplorati in relazione alla fede.

La ragione è ciò che apre l'uomo alla totalità.
La fede può essere la risposta positiva dell'uomo alla chiamata di Dio, riconoscere in qualcuno un'autorità e ritenerlo degno di fiducia, dalla fides latina, o un'adesione irrazionale e cieca. Nel secondo caso si sfocia facilmente nel fanatismo.
Queste due visioni vengono in contatto attorno al primo secolo, e da questo sorgerà il medioevo.


AGOSTINO
Vita: Patristica latina. Nasce in Algeria, studia a Cartagine. Conduce in gioventù una vita dissoluta, ha un figlio. Studia retorica e si avvicina alla filosofia. A Milano conosce Ambrogio, da cui si fa battezzare.
Temi: La filosofia è ricerca: che senso ha la vita?
Nell'uomo c'è un dramma: cosa vuole Dio da lui?
Scettici: Critica agli scettici in tre punti:
- se dubito esisto
- se non c'è verità, questa è una verità
- non si può desiderare la verità e negare la possibilità di conseguirla
Conoscenza: L'animo umano è una mente inquieta, mutevole, quindi serve qualcosa che spieghi questo mutamento: Dio. Dio è dentro l'uomo, ne illumina l'anima evitando il mutamento. Dio è ciò che c'è di più intimo dell'uomo.
La conoscenza arriva per illuminazione divina: è un sostegno continuo che Dio dà alla ragione umana. Dio è maestro interiore.
Creazione: Dio è creatore. Crea dal nulla: senza Dio, il mondo non sarebbe nulla. Creare: dare l'essere.
Dio ha le idee dentro di sè, le idee platoniche sono per Agostino il pensiero di Dio. Non c'è un prima e un dopo, c'è un presente continuo. Dio crea per volontà libera.
Tempo: Per Aristotele il tempo era la misura del movimento secondo un prima e un poi, ed era misurato dall'anima. Agostino afferma invece che il tempo è non essere, non ha struttura ontologia, è una distensione dell'anima. Misurare il tempo significa misurare l'impressione delle cose al loro passaggio. Il tempo esiste solo nell'intimo della nostra coscienza, che si distende nel passato e nel futuro e li rende presenti a sé stessa. Le dimensioni del tempo sono quindi tre forme del presente all'interno della nostra anima: il passato è presente sotto forma di memoria, il presente è tale in quanto attenzione e il futuro è presente in quanto attesa.
Rapporto fede-ragione: Fede e ragione si completano, perchè entrambe tendono allo stesso fine, a Dio: credo ut intelligam, intelligo ut credam.
La fede fornisce l'orizzonte delle verità, ma interroga la ragione, chiede di essere approfondita. Fede e ragione, quindi, non si contraddicono, essendo entrambe strumenti di conoscenza.
Il male: Se Dio è causa del mondo, ed è bene sommo, come si spiega il male? In un primo tempo Agostino è manicheo, ma con il tempo trova il pensiero troppo deresponsabilizzante. Convertitosi, sostiene che se Dio ha creato il mondo, il creato non può essere male. Quindi soltanto il bene ha una dimensione ontologica, il male non è. Il male è mancanza di essere, quindi mancanza di bene. Il male si può definire soltanto in negativo. Esistono tre tipi di male:
- metafisico: ogni creatura è finita, limitata. C'è un ordine gerarchico della realtà ontologica. C'è un bene ontologico posseduto da ciò che è in quanto è. Quindi il male metafisico è dato dalla non pienezza dell'essere.
- fisico: poiché abbiamo un limite intrinseco e viviamo nel tempo abbiamo un male fisico.
- morale: deriva dal peccato originale. E' il peccato, ovvero distogliersi da Dio per rivolgere la propria attenzione alle creature facendo di una creatura un Dio: aversio a Deo, conversio ad creaturam.
La predestinazione: Dio stabilisce il destino degli uomini, stabilendo chi, grazie alla fede, si salverà, e chi sarà dannato. Ciò non significa che Dio induce a compiere il male, ma semplicemente che chi è privo della sua benevolenza non può non peccare. Nasce così la dottrina della predestinazione (si è destinati o no a ricevere la grazia divina), che non può però essere intesa come incentivo al disimpegno, poiché gli uomini non possono conoscere il loro destino ultimo.
Le due città: C'è una visione unitaria della storia, che parte dalla creazione e arriva ad un evento finale ultraterreno che dà un significato a tutto il percorso precedente. Esistono due città: la città terrena e la città celeste, ovvero quella dei malvagi e quella dei buoni. Dopo la venuta di Cristo, le due città si sono trovate a coesistere nello stesso posto. Entrambe aspirano al bene, ma la città celeste aspira al bene eterno, mentre quella terrena alla tranquillità. Il ruolo dei governanti è quindi insieme positivo e negativo: da una parte essi garantiscono la stabilità e l'ordine dei malvagi, dall'altra non promuovono il bene eterno. Le due città si uniranno alla fine dei tempi, quando i buoni andranno con i buoni e i malvagi con i malvagi.


PIER DAMIANI:
"La filosofia è ancella delle teologia": non le è secondaria, come qualcuno ha detto, ma strettamente necessaria.


ANSELMO
Rapporto fede-ragione: Ragione e fede sono complementari perchè puntano allo stesso fine. La fede interroga l'intelletto, chiedenodgli di esplorare le ragioni della fede. Quindi la fede non è irrazionale. Tra ragione e fede c'è armonia naturale, perchè sono entrambe doni di Dio.
Dimostrazione a posteriori dell'esistenza di Dio: L'esistenza di Dio si può dimostrare a partire dall'esperienza, ed esistono quattro argomenti:
- noi desideriamo le cose buone, che per essere tali implicano un essere perfettamente buono
- noi partecipiamo a cose di diversa grandezza, che implicano un essere grande al massimo grado
- le singole realtà esistono per qualcosa, quindi implicano un essere che esita per se stesso
- esistono diversi gradi di perfezione, quindi deve esserci un essere perfettissimo
Dimostrazione a priori dell'esistenza di Dio: tutti noi abbiamo la concezione di Dio dentro di noi, a priori, quindi gli atei non esistono. Il fatto che io pensi Dio implica la sua esistenza. Dio è colui il quale non posso pensare nulla di più grande. L'esistenza di Dio è inerente alla sua essenza in quanto pensato. Da ciò che ho dentro deduco quello che c'è fuori, ma questo vale solo per Dio. L'ateo si contraddice necessariamente, poiché dimezza Dio. Se colui il quale non esiste nulla di più grande esiste solo nella mia anima, Dio è dimezzato.
Il libero arbitrio: Nell'azione l'uomo ha piena libertà, ma ciò non contrasta con la prescienza divina, la quale conosce da sempre tutto, quindi anche la libertà umana e gli atti che da essa derivano.


SECONDA FASE DELLA SCOLASTICA
XIII culturale, quello culturalmente più intenso di tutto il medioevo. In Europa arrivano le opere di Aristotele: si rompe l'equilibrio tra fede e ragione. Aristotele ha infatti una concezione del mondo basata sulla ragione, senza nessun segno di divino, a partire da una considerazione positiva dell'universo, che ha una realtà ontologica. Bisogna partire dall'esperienza.
Gli averroisti sostengono la dottrina della doppia verità: se ragione e fede giungono a due verità opposte, entrambe sono vere.
Buonaventura da Bagnoregio (francescano)
Tommaso d'Aquino (domenicano)


TOMMASO D'AQUINO
Rapporto fede-ragione: Fede e ragione sono in armonia: la fede è ciò che illumina le entità soprannaturali, la ragione indaga sulla natura, sull'esperienza. Ciò che non è riconducibile alla ragione, perchè la supera, non per questo le è contrario. Le verità di fede trascendono la ragione: non sono irrazionali, ma possono essere ragionevoli. Tra verità sovrannaturali e realtà naturali c'è un'area di mezzo che si fede che ragione possono aiutare a capire: i preambula fidei, verità sovrannaturali che l'uomo con la ragione può conoscere per aiutarsi ad accogliere in modo più maturo le verità di fede sovrarazionali.
L'esistenza di Dio e l'immortalità dell'anima, ad esempio, sono dati di fede, ma anche la ragione può proporre elementi logici per dimostrare che sono ragionevoli. La ragione predispone l'uomo ad accettare più ragionevolmente un dato di fede. Per spiegare, la ragione può ricorrere ad analogie, similitudini. Inoltre, la ragione può argomentare contro chi contrasta le verità di fede, ovvero ha un ruolo dialettico.
L'esistenza di Dio non è dimostrabile a priori, attraverso una prova ontologica: l'essenza di Dio pensata rimane pensiero, non implica il suo essere come sosteneva Anselmo. L'essenza di Dio non può essere compresa dall'intelletto, che è limitato: la conoscenza non può che partire dall'esperienza.
Conoscenza, intelletto, ratio: Dentro di noi ci sono i principi primi aristotelici (a uguale a, a diverso da non a), intrinseci nell'intelletto. L'intelletto è la facoltà dell'uomo che ha presente naturalmente i principi primi, non li trae dall'esperienza. L'impegno alla conoscenza è invece la ragione discorsiva, la ratio, che consente di discorrere, dedurre, passare da un termine all'altro. La conoscenza parte dall'esperienza, e questo vale anche per Dio.
Creazione: Si parte dalla struttura fisica e metafisica del mondo sensibile. Fisica: tempo e divenire. Metafisica: l'universo, che è fatto di sostanze (lo dice Aristotele) è creato, quindi dipende totalmente da Dio. Senza l'atto creativo la realtà sarebbe nulla. La creazione è dare l'essere alle cose (creatio ex nihilo). La creazione è un concetto metafisico, spiega il perchè della realtà, non il come, quindi non è assolutamente in contrasto con l'evoluzione.
La realtà ha l'essere perchè l'ha ricevuto da Dio: la creatura quindi partecipa all'essere primo che è Dio.
Le cinque vie: Esistono cinque vie per dimostrare l'esistenza di Dio:
- movimento: ogni movimento suppone una causa, nell'universo tutto si muove, quindi serve un primo motore (motore immobile aristotelico)
- causa-effetto: tutto è effetto di qualcosa, serve una causa prima
- mutamento: le cose mutevoli sono contingenti, sono ma possono non essere, quindi non hanno la ragione del loro essere in loro stesse, ma in virtù di qualcosa di necessario. Il necessario è "ciò che gli uomini chiamano Dio"
- perfezione: le cose create possiedono una maggiore o minore perfezione, serve un riferimento assolutamente perfetto
- armonia: i fenomeni si succedono secondo un ordine che riguarda anche ciò che è privo di intelligenza: questo presuppone un'intelligenza superiore rivolta ad un fine.
Politica: Gli uomini sono animali sociali: la ragione porta l'uomo ad aprirsi a tutta la realtà. Lo stato sorge naturalmente, è spontaneo.