LA FILOSOFIA MEDIEVALE
Si divide in due scuole:
Patristica (I secolo - V secolo): la ragione è vista dalla fede.
Scolastica (V secolo - XIV secolo): i contenuti della ragione vanno esplorati in relazione alla fede.
La ragione è ciò che apre l'uomo alla totalità.
La fede può essere la risposta positiva dell'uomo alla chiamata di Dio, riconoscere in qualcuno un'autorità e ritenerlo degno di fiducia, dalla fides latina, o un'adesione irrazionale e cieca. Nel secondo caso si sfocia facilmente nel fanatismo.
Queste due visioni vengono in contatto attorno al primo secolo, e da questo sorgerà il medioevo.
AGOSTINO
Vita: Patristica latina. Nasce in Algeria, studia a Cartagine. Conduce in gioventù una vita dissoluta, ha un figlio. Studia retorica e si avvicina alla filosofia. A Milano conosce Ambrogio, da cui si fa battezzare.
Temi: La filosofia è ricerca: che senso ha la vita?
Nell'uomo c'è un dramma: cosa vuole Dio da lui?
Scettici: Critica agli scettici in tre punti:
- se dubito esisto
- se non c'è verità, questa è una verità
- non si può desiderare la verità e negare la possibilità di conseguirla
Conoscenza: L'animo umano è una mente inquieta, mutevole, quindi serve qualcosa che spieghi questo mutamento: Dio. Dio è dentro l'uomo, ne illumina l'anima evitando il mutamento. Dio è ciò che c'è di più intimo dell'uomo.
La conoscenza arriva per illuminazione divina: è un sostegno continuo che Dio dà alla ragione umana. Dio è maestro interiore.
Creazione: Dio è creatore. Crea dal nulla: senza Dio, il mondo non sarebbe nulla. Creare: dare l'essere.
Dio ha le idee dentro di sè, le idee platoniche sono per Agostino il pensiero di Dio. Non c'è un prima e un dopo, c'è un presente continuo. Dio crea per volontà libera.
Tempo: Per Aristotele il tempo era la misura del movimento secondo un prima e un poi, ed era misurato dall'anima. Agostino afferma invece che il tempo è non essere, non ha struttura ontologia, è una distensione dell'anima. Misurare il tempo significa misurare l'impressione delle cose al loro passaggio. Il tempo esiste solo nell'intimo della nostra coscienza, che si distende nel passato e nel futuro e li rende presenti a sé stessa. Le dimensioni del tempo sono quindi tre forme del presente all'interno della nostra anima: il passato è presente sotto forma di memoria, il presente è tale in quanto attenzione e il futuro è presente in quanto attesa.
Rapporto fede-ragione: Fede e ragione si completano, perchè entrambe tendono allo stesso fine, a Dio: credo ut intelligam, intelligo ut credam.
La fede fornisce l'orizzonte delle verità, ma interroga la ragione, chiede di essere approfondita. Fede e ragione, quindi, non si contraddicono, essendo entrambe strumenti di conoscenza.
Il male: Se Dio è causa del mondo, ed è bene sommo, come si spiega il male? In un primo tempo Agostino è manicheo, ma con il tempo trova il pensiero troppo deresponsabilizzante. Convertitosi, sostiene che se Dio ha creato il mondo, il creato non può essere male. Quindi soltanto il bene ha una dimensione ontologica, il male non è. Il male è mancanza di essere, quindi mancanza di bene. Il male si può definire soltanto in negativo. Esistono tre tipi di male:
- metafisico: ogni creatura è finita, limitata. C'è un ordine gerarchico della realtà ontologica. C'è un bene ontologico posseduto da ciò che è in quanto è. Quindi il male metafisico è dato dalla non pienezza dell'essere.
- fisico: poiché abbiamo un limite intrinseco e viviamo nel tempo abbiamo un male fisico.
- morale: deriva dal peccato originale. E' il peccato, ovvero distogliersi da Dio per rivolgere la propria attenzione alle creature facendo di una creatura un Dio: aversio a Deo, conversio ad creaturam.
La predestinazione: Dio stabilisce il destino degli uomini, stabilendo chi, grazie alla fede, si salverà, e chi sarà dannato. Ciò non significa che Dio induce a compiere il male, ma semplicemente che chi è privo della sua benevolenza non può non peccare. Nasce così la dottrina della predestinazione (si è destinati o no a ricevere la grazia divina), che non può però essere intesa come incentivo al disimpegno, poiché gli uomini non possono conoscere il loro destino ultimo.
Le due città: C'è una visione unitaria della storia, che parte dalla creazione e arriva ad un evento finale ultraterreno che dà un significato a tutto il percorso precedente. Esistono due città: la città terrena e la città celeste, ovvero quella dei malvagi e quella dei buoni. Dopo la venuta di Cristo, le due città si sono trovate a coesistere nello stesso posto. Entrambe aspirano al bene, ma la città celeste aspira al bene eterno, mentre quella terrena alla tranquillità. Il ruolo dei governanti è quindi insieme positivo e negativo: da una parte essi garantiscono la stabilità e l'ordine dei malvagi, dall'altra non promuovono il bene eterno. Le due città si uniranno alla fine dei tempi, quando i buoni andranno con i buoni e i malvagi con i malvagi.
PIER DAMIANI:
"La filosofia è ancella delle teologia": non le è secondaria, come qualcuno ha detto, ma strettamente necessaria.
ANSELMO
Rapporto fede-ragione: Ragione e fede sono complementari perchè puntano allo stesso fine. La fede interroga l'intelletto, chiedenodgli di esplorare le ragioni della fede. Quindi la fede non è irrazionale. Tra ragione e fede c'è armonia naturale, perchè sono entrambe doni di Dio.
Dimostrazione a posteriori dell'esistenza di Dio: L'esistenza di Dio si può dimostrare a partire dall'esperienza, ed esistono quattro argomenti:
- noi desideriamo le cose buone, che per essere tali implicano un essere perfettamente buono
- noi partecipiamo a cose di diversa grandezza, che implicano un essere grande al massimo grado
- le singole realtà esistono per qualcosa, quindi implicano un essere che esita per se stesso
- esistono diversi gradi di perfezione, quindi deve esserci un essere perfettissimo
Dimostrazione a priori dell'esistenza di Dio: tutti noi abbiamo la concezione di Dio dentro di noi, a priori, quindi gli atei non esistono. Il fatto che io pensi Dio implica la sua esistenza. Dio è colui il quale non posso pensare nulla di più grande. L'esistenza di Dio è inerente alla sua essenza in quanto pensato. Da ciò che ho dentro deduco quello che c'è fuori, ma questo vale solo per Dio. L'ateo si contraddice necessariamente, poiché dimezza Dio. Se colui il quale non esiste nulla di più grande esiste solo nella mia anima, Dio è dimezzato.
Il libero arbitrio: Nell'azione l'uomo ha piena libertà, ma ciò non contrasta con la prescienza divina, la quale conosce da sempre tutto, quindi anche la libertà umana e gli atti che da essa derivano.
SECONDA FASE DELLA SCOLASTICA
XIII culturale, quello culturalmente più intenso di tutto il medioevo. In Europa arrivano le opere di Aristotele: si rompe l'equilibrio tra fede e ragione. Aristotele ha infatti una concezione del mondo basata sulla ragione, senza nessun segno di divino, a partire da una considerazione positiva dell'universo, che ha una realtà ontologica. Bisogna partire dall'esperienza.
Gli averroisti sostengono la dottrina della doppia verità: se ragione e fede giungono a due verità opposte, entrambe sono vere.
Buonaventura da Bagnoregio (francescano)
Tommaso d'Aquino (domenicano)
TOMMASO D'AQUINO
Rapporto fede-ragione: Fede e ragione sono in armonia: la fede è ciò che illumina le entità soprannaturali, la ragione indaga sulla natura, sull'esperienza. Ciò che non è riconducibile alla ragione, perchè la supera, non per questo le è contrario. Le verità di fede trascendono la ragione: non sono irrazionali, ma possono essere ragionevoli. Tra verità sovrannaturali e realtà naturali c'è un'area di mezzo che si fede che ragione possono aiutare a capire: i preambula fidei, verità sovrannaturali che l'uomo con la ragione può conoscere per aiutarsi ad accogliere in modo più maturo le verità di fede sovrarazionali.
L'esistenza di Dio e l'immortalità dell'anima, ad esempio, sono dati di fede, ma anche la ragione può proporre elementi logici per dimostrare che sono ragionevoli. La ragione predispone l'uomo ad accettare più ragionevolmente un dato di fede. Per spiegare, la ragione può ricorrere ad analogie, similitudini. Inoltre, la ragione può argomentare contro chi contrasta le verità di fede, ovvero ha un ruolo dialettico.
L'esistenza di Dio non è dimostrabile a priori, attraverso una prova ontologica: l'essenza di Dio pensata rimane pensiero, non implica il suo essere come sosteneva Anselmo. L'essenza di Dio non può essere compresa dall'intelletto, che è limitato: la conoscenza non può che partire dall'esperienza.
Conoscenza, intelletto, ratio: Dentro di noi ci sono i principi primi aristotelici (a uguale a, a diverso da non a), intrinseci nell'intelletto. L'intelletto è la facoltà dell'uomo che ha presente naturalmente i principi primi, non li trae dall'esperienza. L'impegno alla conoscenza è invece la ragione discorsiva, la ratio, che consente di discorrere, dedurre, passare da un termine all'altro. La conoscenza parte dall'esperienza, e questo vale anche per Dio.
Creazione: Si parte dalla struttura fisica e metafisica del mondo sensibile. Fisica: tempo e divenire. Metafisica: l'universo, che è fatto di sostanze (lo dice Aristotele) è creato, quindi dipende totalmente da Dio. Senza l'atto creativo la realtà sarebbe nulla. La creazione è dare l'essere alle cose (creatio ex nihilo). La creazione è un concetto metafisico, spiega il perchè della realtà, non il come, quindi non è assolutamente in contrasto con l'evoluzione.
La realtà ha l'essere perchè l'ha ricevuto da Dio: la creatura quindi partecipa all'essere primo che è Dio.
Le cinque vie: Esistono cinque vie per dimostrare l'esistenza di Dio:
- movimento: ogni movimento suppone una causa, nell'universo tutto si muove, quindi serve un primo motore (motore immobile aristotelico)
- causa-effetto: tutto è effetto di qualcosa, serve una causa prima
- mutamento: le cose mutevoli sono contingenti, sono ma possono non essere, quindi non hanno la ragione del loro essere in loro stesse, ma in virtù di qualcosa di necessario. Il necessario è "ciò che gli uomini chiamano Dio"
- perfezione: le cose create possiedono una maggiore o minore perfezione, serve un riferimento assolutamente perfetto
- armonia: i fenomeni si succedono secondo un ordine che riguarda anche ciò che è privo di intelligenza: questo presuppone un'intelligenza superiore rivolta ad un fine.
Politica: Gli uomini sono animali sociali: la ragione porta l'uomo ad aprirsi a tutta la realtà. Lo stato sorge naturalmente, è spontaneo.
giovedì 8 novembre 2007
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