L'importanza delle scoperte tecniche (metà XVIII sec., Inghilterra):
processo di sostituzione del lavoro manuale con le macchine, prima nell'industria del cotone poi in quella della lana. Infatti, per mezzo dell'invenzione della navicella volante di Kay, un tessitore aveva raddoppiato la quantità di lavoro giornaliera (cfr. libro pag. 243 - 244).
Rivoluzione od evoluzione?
Potrebbe sembrare, quindi, che queste invenzioni di nuove macchine avessero dato origine alla rivoluzione industriale, e di questo parere fu Karl Marx, che dedicò il XV capitolo de "Il Capitale" al "macchinismo e la grande industria". Egli individua anche nella manifattura la base della grande industria, in quanto le grandi invenzioni di Ankwright e di Watt non si sarebbero potute applicare se il periodo manifatturiero non avesse prodotto "un gran numero di abili operai meccanici".
Il termine "rivoluzione industriale" che adopera Marx era già stato adoperato da John Stuart Mill nel 1848 e nel 1844 da F. Engels nel "Le condizioni della classe operaia in Inghilterra", e poi fu fatto entrare nell'uso comune da Toynbee, che, nel 1884, pubblicò le "Lectures on the industrial Revolution in England". Anche per il Toynbee le origini della rivoluzione industriale e la sostituzione del sistema della fabbrica al sistema domestico, andavano ricercate in gran parte nelle invenzioni meccaniche della seconda metà del '700, ma egli metteva in rilievo anche altri fattori, come il notevole incremento della popolazione, o la trasformazione, mediante il processo delle recinzioni (enclosures), dei campi aperti medievali nelle moderne e grandi fattorie.
A questi vari aspetti rivolse la sua attenzione anche il Mantoux, con la tendenza però a valutare in modo diverso l'importanza del macchinismo, in quanto, secondo lui, l'invenzione della macchina non era stata fatta d'un tratto e fin dal secolo XVI si erano usate macchine molto ingegnose e talvolta anche molto potenti; d'altra parte, dalla manifattura si passò alla grande industria attraverso modifiche quasi insensibili, sicchè si dovrebbe sostituire la parola macchinismo con un'espressione più larga che dovrebbe indicare il perfezionamento tecnico sotto tutte le forme.
Anche per il Sombart nel passaggio dalla fase precedente dell'industria a domicilio alla succesiva dell'industria capitalistica non ci sarebbe quel distacco che si presuppone quando si adopera la parola rivoluzione. Questa se mai ci fu alla fine del Medioevo, dopo il XV secolo, quando vennero compiuti progressi decisivi nella tecnica dell'industria mineraria e metallurgica; quando il rapido incremento della domanda impose la fabbricazione di prodotti nuovi e perciò l'introduzione di nuovi strumenti di lavoro, come nell'industria tessile; quando, infine, i grandi mutamenti nelle condizioni del mercato cominciarono a impedire all'artigiano l'acquisto diretto delle materie prime e lo misero alle dipendenze del mercante all'ingrosso.
Il take-off o decollo
Una caratteristica essenziale di queste interpretazioni che insistono più sulla evoluzione che sulla rivoluzione è che tendono a mettere nell'ombra le sofferenze e i disagi che il passaggio dal precedente sistema di produzione al successivo generò nelle classi lavoratrici. Basta leggere "La rivoluzione industriale" dell'Ashton per vedere come tutto il lungo processo si sarebbe svolto senza contrasti con il pacifico accordo delle varie classi sociali (sic!).
Il fatto è che veramente questi storici dell'evoluzione non potevano capire tutta la somma di dolori che la rivoluzione industriale aveva portato con sè, e la prima cosa da fare per riacquistare il vivo senso del dramma era quaella di riaffermare l'importanza della frattura operata dalla rivoluzione industriale nel corso dello sviluppo economico tra '700 e '800.
Ciò è stato fatto da Rostow che ha parlato di "decollo in direzione di uno sviluppo che si ottiene da sè" (take-off into self-sustained growth): il decollo è definito come il periodo in cui "in un decennio o due, sia la struttura fondamentale dell'economia, sia la struttura sociale e politica della società vengono trasformate in modo tale che dopo è possibile alimentare regolarmente un ritmo continuo di sviluppo"; oppure il take-off può essere definito in due modi: il primo riguarda il periodo, nella vita di un'economia, in cui, nel tempo stesso, uno o più settori industriali moderni incominca a determinare non soltanto nuove funzioni produttive ma anche effetti che si diffondono su vasta scala; il secondo afferma che, perchè si possa avere il take-off, occorre che un'economia dimostri la capacità di sfruttare gli sviluppi successivi così bene da far emergere nuovi settori-guida. E' questa dimostrazione della capacità di spostare un gruppo di settori-guida ad un altro, che distingue la mancata onda industriale di transizione dal vero take-off.
Tale esigenza funzionale ha fatto stabilire che il take-off comprende uno spazio di circa 20 anni; un tale periodo è necessario per rivelare se una società è capace di vincere la crisi strutturale che l'iniziale vuoto di sviluppo di solito porta con sè, e che è pure capace di assimilare quel cangiante flusso tecnologico dal quale dipende un sostenuto sviluppo.
Dopo queste affermazioni del Rostow i sostenitori dello sviluppo gradualistico sono diventati muti. Tuttavia, il Rostow stesso è stato forse ben lontano dal negare uno sviluppo gradualistico dell'economia, se nel suo libro "The porcess of economic growth" (Oxford, 1953) afferma che, in ogni processo di industrializzazione, si possono distinguere varie fasi: una prima di pre-rivoluzione industriale caratterizzata dal capitalismo commerciale, una seconda di tak-off, una terza di sviluppo sostenuto; e, infine, una quarta di maturità. In effetti, il Rostow, partendo anche dalle più recenti esperienze dei paesei sottosviluppati nei quali è avvertita profondamente l'esigenza di cambiamenti rapidi e di fondo nella struttura agricola primitiva, ha ripreso il concetto di rivoluzione. Questa rivalutazione del concetto di rivoluzione ha di nuovo spinto gli studiosi a ricercare quali motivi ne sono stati alla base. Così, ecco il Rostow elencarne i vari fattori che, di solito, possono contribuire ad aprire un periodo di "decollo": la popolazione, l'agricoltura, la tecnica, la formazione di capitali ed il commercio estero. Di solito, abbiamo detto, perchè ciò che afferma il Rostow è largamente impregnato di sociologismo, i quanto egli tende ad applicare gli stessi crieteri di guidizio a tutti i fenomeni simili che si sono verificati dal '700 ad oggi (a scapito della specificità delle varie situazioni).
"Il Prometeo liberato" di Landes
Secondo l'antico mito, Prometeo è il Titano che rubò il fuoco agli dei per farne dono agli uomini insieme alle arti portatrici di civiltà. Il gesto di sfida gli costò la punizione divina: incatenato ad una rupe, un avvoltoio gli avrebbe divorato il fegato in eterno. Come l'impresa titanica di Prometeo alludeva ad un evento decisivo nella storia dell'uomo, allo stesso mondo Landes attribuisce alla rivluzione industraile il valore di una frattura essenziale, dopo la quale nulla sarà come prima. Prometeo è stato liberato: in altre parole, l'enorme potenza insita nella capiacità dell'uomo di manipolare la natura ha trovato infine completo dispiegamento. Landes si impegna in una ricostruzione complessiva dello sviluppo che vide l'europa abbandonare progressivamente l'economia agricola e artigianale a favore di quella indsutriale. La rivoluzione industriale inglese è l'inizio di un'era di continua e accelerata trasformazione, che modifica e talvolta capovolge i valori e il modo di agire degli uomini sotto tutti gli aspetti, economico, sociale, politico, culturale e ideologico. Il mondo non sarà più lo stesso: gli stati si troveranno presto divisi da un abisso, in termini di potere e di benessere, fra quelli sviluppati e quelli che restano legati ad un'economia agricola; i tradizionali rapporti sociali e politici saranno sconvolti dall'ascesa inarrestabile delle classe borghese. Landes, insomma, è fra quanti interpretano gli anni cruciali a cavallo tra '700 e '800 come un periodo di radicale discontinuità rispetto al passato.
I nomi in un altro colore, per chi non l'avesse capito, contengono link con l'ottima wikipedia, per chi avesse curiosità varie ed eventuali.
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3 commenti:
"Accelerata", non "acellerata"!Che italiano scorreggiuto! VERGOGNIA!!!! :P
Uuuh! Aaaaaah! Disonore e vergogna su di me!!
Ehm. Lapsus. Corretto. :D
siete stati abbastanza bravi!
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